A differenza dei cicli storici del passato, la questione del RIUSO URBANO in chiave contemporanea assume il ruolo di autonomo costrutto socio-economico e culturale. Con diverse connotazioni originali ed inedite, esse vanno certamente ad alimentare in forma potente e prioritaria, molti dei cambi di paradigma in corso. In tale ambito il recente articolo di Cristina Meli su “Ultima voce” contribuisce alla riscoperta di un protagonista come Gordon Matta-Clark, che a pieno titolo può assurgere a vero anticipatore profetico del rapporto costruttivo e distruttivo con il patrimonio abbandonato.
L’artista, architetto di formazione, ha contribuito alla vita del collettivo “Anarchitecture,” la cui ricerca indagava spazi ignorati dal linguaggio dell’architettura tradizionale, prefigurando scenari radicali di trasformazione, partecipazione e socializzazione. Sappiamo che tra gli operatori del riuso e dell’economia circolare è spesso considerato un punto di riferimento. Nell’immagine l’opera “Office Baroque”, 1977.
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